“Faccio i vestiti che portano fuori la Diva che hai dentro di te”. Erik Ingvert
Caftano seta “Sandra”
Eccentrico e minimalista, scandinavo con sfumature mediterranee. Tanti sono gli aggettivi che si potrebbero accostare a Erik Ingvert, ma probabilmente anche messi tutti insieme non rendono bene l’idea di ciò che sono e vogliono trasmettere i suoi capi di abbigliamento. Erik è un giovane architetto e stilista svedese laureato alla scuola di Architettura della KTH University di Stoccolma da pochi anni trasferitosi in Italia, più precisamente a Roma. Tra architettura e moda è riuscito a trovare il suo modo, il suo stile, di realizzare capi di abbigliamento innovativi. I suoi studi di architettura gli hanno permesso, e gli permettono, di guardare le cose da una prospettiva diversa tutto ciò che riguarda la moda. Il processo creativo che porta alla realizzazione dei suoi capi nasce dalla scelta dei materiali. Scelta che Erik fa con cura maniacale soffermandosi sui riflessi, sui contrasti e su ciò che un tessuto può trasmettere rispetto ad un altro. Il suo trasferimento a Roma, per come ci ha raccontato lui stesso, ha aggiunto un tocco mediterraneo al suo stile minimalista scandinavo. Le sue creazioni si sono arricchite di particolari barocchi, espliciti ed esagerati che inducono, questo l’obbiettivo di Erik, a tirare fuori la diva che è in noi, tra paillettes, pelliccie e chiffon. Sul nostro sito abbiamo il piacere di “ospitare” alcune dei cuscini realizzati da Erik (CLICCA QUI), in questa intervista ce ne ha parlato lui stesso così come ci ha raccontato i suoi inizi, la sua esperienza romana e i suoi sogni. Non vi resta che prepararvi un Martini Dry, scegliere se guarnirlo con un’oliva oppure una scorza di limone e sorseggiarlo lentamente, con eleganza e sobrietà.
Erik Ingvert
Domanda.Ciao Erik, e benvenuto nel mondo T-Squirt. Abbiamo il piacere di ospitare alcune delle tue produzioni sul sito, ma andiamo con ordine. Dall’architettura, in cui ti sei laureato, alla moda. Quanto e come è avvenuta in te questo cambiamento? Risposta.L’architettura e la moda sono due passioni che mi seguono da sempre. Quando ho fatto la tesi di laurea in architettura ho deciso di fare un progetto sperimentale combinando queste due arti e mi sono divertito un sacco a fare delle cose molto concettuali. Dopo quel momento l’architettura e la creazione di vestiti sono due attività che svolgo in parallelo, lasciando sempre contaminare l’un l’altro.
Tesi di laurea, modello Maria-Therese Kazantzidou
D.Il tuo stile nasce minimalista per come la moda scandinava insegna. Poi ti sei trasferito a Roma, che influenza ha avuto questo nel tuo lavoro? R.Diciamo che in Svezia la moda è un po’ come il modernismo è per l’architettura: divieto dell’ornamento. Qui a Roma ho trovato che è più accettato essere eccentrico, puoi esagerare. In più ho veramente scoperto la bellezza del barocco e mi sono ispirato tanto. “More is more”, come (non) diceva (mai) Bernini.
Tesi di laurea, mostra a Stoccolma
D.Quali sono i materiale con cui ti piace maggiormente lavorare e perchè? R.Lavoro spesso con combinazioni di materiali molto diversi; lo trovo interessante quando un lato può influire sull’altro. Materiali brillanti mi piacciono perché riflettendo la luce smaterializzano la superficie. Poi uso spesso chiffon, seta o altri materiali molto leggeri, dove basta un venticello e il capo cambia completamente e prende un’altra forma nello spazio.
Tesi di laurea, modello Viktoria Ejenas
D.Come nasce un tuo capo d’abbigliamento? Cosa pensi e qual è il tuo fine quando prepari una bozza di un nuovo vestito o un nuovo accessorio? R.Comincio spesso, appunto, con la ricerca di materiali. Da lì nasce una combinazione di magari due o più materiali, oppure trovo un tessuto tamarrissimo e la sfida è quella di renderlo non solo indossabile, ma favoloso. Poi trovo spesso ispirazione nei film, sono un grande amante del cinema, ed una scena mi può dare lo spunto su una cosa che voglio fare. Un’altra volta ho fatto una collezione ispirata da una decina di cantanti italiane (ma quelle che ritengo vere star della musica italiana come la Rettore, Zanicchi, Milva, Carrà). Interpretando il personaggio, modellavo un accessorio per ognuna di loro. E quando, dopo qualche mese, sono apparse sui social foto delle mie creazioni addosso a Donatella Rettore, ho pensato “ecco, questa è la strada giusta!”
Sciarpa “Ornella”
D.Nel nostro sito sono disponibili i cuscini realizzati da te. Splendidi. Quando hai deciso di realizzarli? Come li descriveresti? R.Faccio i vestiti che portano fuori la Diva che hai dentro di te. Un anno fa ho pensato, “ma questa piccola diva si potrebbe vedere anche nella casa”, e ho deciso di creare degli accessori per il divano. Sono cuscini double-face, un lato morbido morbido, poi giri il cuscino e ti accecano le paillettes.
D.Nel mondo della moda e del designer chi segui con maggiore interesse? Hai idoli o stilisti che ami particolarmente? R.Seguo da tempo i stilisti Hussein Chalayan e Iris van Herpen, che – ognuno al suo modo – spingono le frontiere della moda. Combinano la moda con altre arti; scultura, danza, architettura addirittura! Alexander McQueen era un altro genio pazzo, che avrei voluto poter seguire ancora…
Caftano chiffon
D.Una curiosità su di te. Ti sei trasferito da un paese come la Svezia, che poi noi è sinonimo di ordine, pulizia e civiltà, per venire a vivere in Italia. Qual è stato l’impatto con Roma e con gli italiani in generale? Nel tuo ambito cosa hai trovato di più e cosa di meno rispetto al tuo paese? R.Allora in pochissime parole: la Svezia e Italia e l’una il contrario dell’altro. Tutto ciò che manca in Italia c’è in Svezia, ma poi quello che ti manca in Svezia lo trovi qui. Qui, sinceramente, caos e disorganizzazione mi sono piaciute tanto quando sono arrivato. Perché dopo 26 anni a Stoccolma ti cominci a rompere le palle che tutto funziona sempre, ma solo facendo in una certa maniera. Qui a Roma ho trovato una grande apertura, tu puoi fare quello che vuoi. Allo stesso tempo, purtroppo, basta che è un maschietto metta lo smalto e c’è chi comincia a guardar male. Tuttavia, questi contrasti mi appassionano una cifra, e potremmo fare un’intervista parlando solo di questo.
D.Riguardo il tuo lavoro, quali progetti hai per il futuro? Quali sogni vorresti realizzare nell’ambito della moda? R.Io continuo a camminare lungo i confini tra l’architettura e la moda, magari mescolando ancora altre mie passioni. L’anno scorso il costumista di Sorrentino ha scelto un paio di miei capi per il film Loro, ed è stato un momento molto emozionante vedere sullo schermo del cinema – anche se per pochi secondi – i miei caftani. Un sogno che ho è fare la scenografia e i costumi per uno spettacolo teatrale. Quello potrebbe essere la combinazione perfetta!