Nei giorni scorsi vi abbiamo presentato il progetto Casa Marcella (CLICCA QUI per leggere il comunicato stampa) e il crowdfunding ad esso collegato oggi siamo felici di ospitare nel nostro spazio virtuale Regina Satariano.
É proprio grazie a Regina, fondatrice e presidente del consultorio trasngender di Torre del Lago, e a tanti collaboratori tra cui Fernanda Ponciano e il Mit che nasce Casa Marcella.
Casa Marcella, ricordiamo, è un luogo di accoglienza temporanea per persone trans* e non-binarie, che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita e per questo sono vittime di discriminazioni e violenze.
Importante affinché tutto ciò diventi diventi realtà è partecipare al crowdfunding. La solidarietà in questi casi non è importante ma fondamentale. Nel comunicato stampa troverete tutte le info per contribuire e siamo felici di annunciarvi che abbiamo deciso di donare tutti gli utili delle vendite della nostra t-shirt e della bag “Proud to be Fabulous” al progetto Casa Marcella.
Ora spazio a Regina Satariano che ringraziamo di cuore per la sua disponibilità.
Ciao Regina e grazie per averci dedicato un po’ del tuo tempo, sappiamo che sei impegnatissima. Per noi è un grande piacere poterti ospitare e parlare insieme a te del progetto Casa Marcella. Come nasce questo progetto e quali sono le finalità?
Ciao e grazie a voi per l’ospitalità, è un piacere! Come forse sapete da anni mi occupo di sostegno alle persone trans* tramite il Consultorio Transgenere di Torre del Lago (Viareggio). Negli ultimi tempi abbiamo cominciato a ricevere sempre più richieste di aiuto di persone trans* e non binarie, spesso giovani, che vivono situazioni molto difficili. Le loro famiglie di origine infatti non accettano e anzi ostacolano il loro percorso: dal rifiuto, alle aggressioni verbali, fino a forme più violente di ostilità, come essere buttatə fuori casa. Così abbiamo deciso che serviva fare di più. Ci siamo rivolte alla Regione Toscana, che per fortuna ha mostrato sensibilità al tema, e l’anno scorso, a seguito di un bando pubblico a cui abbiamo partecipato, ci è stata assegnato un appartamento sottratto alla criminalità, per portare avanti il progetto di una casa rifugio: Casa Marcella.
Il nome del progetto è dedicato a Marcella Di Folco, attivista e politica trans nonché storica presidente del MIT (Movimento Identità Trans). Ci racconti come nasce l’idea di dedicare a lei il progetto?
Marcella Di Folco per me è stata una madre, così come per moltissime persone del movimento trans*. La si ricorda battagliera e infaticabile, sempre pronta a esporsi, a costruire alleanze e relazioni, a volte anche apparentemente impossibili. Da lei abbiamo imparato ad alzare l’asticella, a pretendere di più. Ci siamo conosciute nel 1992 alla prima edizione di Miss Trans Italia, che decisi di organizzare a Torre del Lago quando una ragazza trans fu esclusa da Miss Italia. La cosa fece rumore e la questura ci impose di spostarsi a Lucca, perché si preannunciavano troppe persone. Quando arrivò Marcella si presentò, mi abbracciò alzandomi da terra e mi fece i complimenti per l’idea. Per la prima volta in Italia eravamo al centro di uno spettacolo che celebrava la nostra bellezza, ed era quindi un evento ludico sì, ma anche politico e sociale. Da quel momento fui coinvolta nel MIT. Grazie a Marcella ho imparato a chiedere ciò che ci spetta, a conoscere i miei diritti: da lei assimilavo tutto. Mi manca il suo modo caciarone e schietto di dire le cose. Dare il suo nome a questa casa è un gesto doveroso per la sua memoria. Abbiamo bisogno della sua presenza.
L’appartamento si trova in Toscana ed è stato assegnato dalla Regione Toscana. Com’è stato il dialogo con le Istituzioni? Avete affrontato delle difficoltà?
Le difficoltà sono quelle legate alla politica, ma come accennavo prima, la Regione Toscana negli anni ha saputo rispondere ai bisogni della comunità LGBTQIA+ in modo aperto e collaborativo. Per quanto riguarda Casa Marcella un primo passo è stato fatto: l’assegnazione di un bene pubblico per un progetto di questo tipo è un traguardo affatto scontato nel panorama politico italiano. Ora ci aspettiamo che, a lavori di ristrutturazione conclusi, si dia seguito a questa sensibilità. Servono politiche attive di sostegno ai percorsi sociali e di accompagnamento che saranno avviati dentro Casa Marcella. In altre parole: il pubblico dovrà continuare a fare la sua parte e noi vigileremo.
Casa Marcella sarà la prima casa rifugio dedicato interamente alle persone trans*. Perché è importante creare un luogo sicuro per le persone discriminate per la loro identità di genere che sia altro rispetto alle case rifugio dedicate alle persone discriminate per il loro orientamento sessuale?
In Italia esistono case “arcobaleno”, ovvero per tutta la comunità LGBTQIA+, e sono certamente luoghi preziosi e (purtroppo) necessari. Questo progetto è differente perché, come hai detto tu, si rivolge precisamente a persone trans* e non binarie, che vivono difficoltà specifiche legate alla vita quotidiana. Dal percorso psicologico e psichiatrico obbligatori, alle terapie ormonali agli aspetti legali, dai documenti di identità per chi decide di cambiarli, ai permessi di soggiorno (e qui si apre il baratro della doppia condizione migrante/trans*..). A seconda della stagione di vita in cui ci si trova, cambiano anche i problemi, ma in generale per tuttə la vita è una lunga sequenza di sportelli, telefonate, prenotazioni, attese, rifiuti…E poi c’è il lavoro: un vaso di Pandora. Se a tutto questo aggiungiamo la mancanza di un posto in cui dormire, lavarsi, mangiare, parlare, beh, è così che si finisce nelle statistiche del disagio sociale, o peggio, dei suicidi. Sono tutte situazioni legate al modo in cui la società affronta l’esistenza delle persone che esprimono un’identità di genere non conforme: ed è un modo spietato. Noi abbiamo pensato che una casa che includesse anche i servizi di supporto, fosse necessaria per restituire dignità e opportunità.
Per il progetto è stata lanciato una campagna di crowdfunding. Ci saranno altre iniziative a supporto del progetto? Ne approfitto per ricordare a chi ci legge che l’intero utile delle vendita delle nostre produzioni “Proud to be fabulous” andranno proprio al vostro progetto.
Grazie! È un sostegno prezioso e lo apprezziamo moltissimo! In queste settimane stiamo partecipando a diversi eventi legati al mese del Pride, ma non solo. Eravamo alle manifestazioni di Viareggio e Pisa; (ieri 28/6) a Bologna alla presentazione di “STAR”, pubblicato da Edizioni Minoritarie. Il calendario è piuttosto ballerino quindi vi suggeriamo di seguire i nostri canali social per scoprire dove andremo da qui ai prossimi mesi. Ma la cosa fondamentale adesso è condurre la raccolta fondi all’obbiettivo! Quindi donare e far donare per aprire Casa Marcella!
“Se ci troviamo ai margini, costrette in un angolo, non è colpa nostra. È colpa della società civile che ci nega uno spazio di vita” . Con queste parole di Marcella Di Folco inizia il comunicato stampa del progetto. Nella società spesso le persone trans* vengono viste come se avessero uno stigma. Perché secondo te? E cosa si può fare affinché le persone che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita non subiscano più di discriminazioni e violenze?
Lo stigma è l’arma di una società che crea delle contraddizioni che non sa affrontare né sciogliere, ma solo alimentare. E la usa contro tutte le persone che non rispecchiano un modello dominante, che è quello imposto dal sistema binario, etero patriarcale, bianco, capitalista, abilista, razzializzato. Chi mette in discussione questo modello ed esercita il diritto di vivere un’esistenza piena, realizzata, esprime una posizione radicale ed è automaticamente espostə a stigma di vario genere. Il dibattito sulla Ddl Zan è l’esempio più lampante della reazione violenta di quella parte di società che si sente legittimata a odiarci. Ma le piazze di questi giorni ci dimostrano che oggi ci sono nuove spinte, nuove rivendicazioni. Il ricambio generazionale è una cosa potentissima, continuiamo a lavorare sull’educazione alle differenze: è la strada giusta.
Regina, noi ti ringraziamo ancora per aver risposto alle nostre domande e invitiamo nuovamente tutte le persone che ci seguono a contribuire al vostro progetto che reputiamo davvero importante e prezioso. Prima di salutarci un ultima domanda. Cosa ti auguri e cosa sogni per Casa Marcella?
Mi auguro che Casa Marcella riesca a dare un aiuto concreto alle persone che vivono un forte disagio, e che possa essere per loro uno spiraglio di luce. Sogno che qui possano trovare un loro modo per affrontare la vita, e ricordare che la vita è fatta anche di gioia e non solo di sofferenza.
Contatti
Instagram: @casa_rifugio_marcella
Facebook: @CasarifugioMarcellaDiFolco
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